giovedì 25 ottobre 2007

Cosa intendiamo per INNOVAZIONE

Ringrazio quanti hanno finora accettato di unirsi a me in questo viaggio che si sta facendo interessante.

Mi chiedo spesso cosa si intenda per INNOVAZIONE, lo ricordavo già nel manifesto di presentazione.


Il dizionario della lingua italiana del Devoto-Oli (Le Monnier, 2001) così definisce l'innovazione:

innovazione (in-no-va-zio-ne) s.f. 1. Introduzione di sistemi e criteri nuovi *part. In economia: i. di prodotto, miglioramento o radicale cambiamento di beni offerti; i. di processo, intervento migliorativo o di radicale mutamento riguardante il sistema o i macchinari o l'organizzazione della produzione. 2. concr. Singolo fatto imposto nell'ambito di un rinnovamento radicale di una prassi. 3. In linguistica, uno degli elementi dello svolgimento di una lingua, in incessante alternanza col principio opposto della conservazione. [Dal lat. tardo innovatio -onis, der. di innovare 'innovare']

Come si può constatare, la definizione colloca il concetto di innovazione al di fuori di un sistema di riferimento assoluto, sottolineandone la relatività. Quando si parla con molti colleghi si sente sempre parlare di innovazione come un concetto posto in uno spazio n-dimensionale per cui quella illustrata in quel momento dal relatore di turno è l'unica, vera ed indiscutibile innovazione.

Anche alla luce della definizione del Devoto-Oli, vi chiedo di far conoscere a questa piccola, per ora, comunità cosa sia per voi veramente l'innovazione. Quale valore abbia nel contesto lavorativo in cui operate hic et nunc.

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